ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 17 febbraio 2015

Boldini e il fascino della Belle époque in mostra a Ferrara e Forlì

Ha fissato sulla tela e consegnato al futuro figure femminili piene di grazia e gusto, simbolo di un’età carica di eleganza, frivolezza e gioia di vivere come fu la Belle époque, attraverso una ritrattistica immediatamente riconoscibile, nella quale rapidi e sicuri colpi di pennello, simili a sciabolate, fanno quasi intuire il fruscio delle pieghe dei vestiti. Giovanni Boldini (Ferrara 1842 - Parigi 1931), il più grande e prolifico pittore italiano residente a Parigi nell’Ottocento, amato da intellettuali come Proust e l'eccentrica Colette, viene celebrato in questi giorni dalla sua terra natia, l’Emilia Romagna, con due mostre: una grande esposizione monografica a Forlì, nelle sale dei Musei San Domenico, e una rassegna semipermanente a Ferrara, negli spazi del Castello estense, nella quale sono allineate opere sue e di Filippo de Pisis (Ferrara, 11 maggio 1896 – Milano, 2 aprile 1956), appartenenti alla collezione di Palazzo Massari, museo chiuso per lavori di restauro e di messa in sicurezza dopo il terremoto del 2012.
La mostra forlivese, intitolata «Lo spettacolo della modernità», presenta, nello specifico, oltre duecento opere dell’artista ferrarese, affiancate a una quarantina di lavori di autori del calibro di Van Dick, Goya, Degas, Modigliani, Zandomeneghi, De Nittis e altri ancora. Uno dei suoi punti di forza è la riconsiderazione della prima stagione di Giovanni Boldini, quella che va dal 1864 al 1870, quando il pittore visse a Firenze a stretto contatto con i macchiaioli. Questa fase, caratterizzata da una produzione di piccoli dipinti (soprattutto ritratti) straordinari per qualità e originalità, viene presa in considerazione da un punto di vista inedito grazie alla possibilità di presentare, tra l’altro, parte del ciclo di opere murali realizzate tra il 1866 e il 1868 nella villa di Collegigliato (nel Pistoiese), conosciuta con il nome di «Falconiera», residenza della famiglia inglese dei Falconer. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del periodo macchiaiolo dell’artista.
Altro merito della rassegna, curata da Francesca Dini e Fernando Mazzocca, è quello di mettere in evidenza, accanto a straordinari dipinti con vedute parigine, scene di vita moderna e ritratti di bellissime aristocratiche o di attrici civettuole dal sorriso ammaliante, anche la straordinaria produzione grafica del maestro, attraverso disegni, acquerelli e incisioni, in parte inediti. Ecco così opere note come «Conversazione al caffè» (1879 ca.), «Ritratto di Marthe Regnier» (1905) o «La dame de Biarritz» (1912) dialogare con disegni come un «Autoritratto con note musicali» (1884), l’acquarello «Al parco» (1872) e il pastello su carta «Ballo in maschera» (1905 ca.).
A Ferrara, invece, le sale dell’appartamento di rappresentanza al piano nobile del Castello estense e i celebri «Camerini del principe» sono la sede temporanea di due percorsi monografici che esplorano l’intera parabola creativa di Giovanni Boldini e Filippo De Pisis. I musei ferraresi conservano, infatti, i più ricchi e completi fondi dei due artisti, testimoni di ogni aspetto della loro ricerca.
Del primo vengono esposti dipinti, opere su carta e documenti che raccontano il suo ruolo di spicco nel rinnovamento della pittura italiana e internazionale. Lungo il percorso espositivo che si sviluppa a partire dalle sale del Governo, della Devoluzione, dei Paesaggi e delle Geografie, si trovano invenzioni di sorprendente immediatezza quali «Le sorelle Lascaraky», brillanti scene di vita moderna come «Notturno a Montmartre» e icone della ritrattistica boldiniana quali «Fuoco d’artificio», la «Passeggiata al Bois de Boulogne» e «La signora in rosa». L’esposizione presenta, inoltre, i volti delle protagoniste della Belle époque, da madame Lydig alla contessa de Leusse a Olivia de Subercaseaux Concha, e degli amici artisti, come Degas, Menzel e Whistler.
Mentre i Camerini, abitualmente non aperti al pubblico, ospitano la seconda parte dell’allestimento, dedicata a un altro talento ferrarese attivo sul palcoscenico parigino: Filippo De Pisis. A raccontare il suo percorso creativo sono opere entrate a far parte della raccolta ferrarese soprattutto grazie all’attività della Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e Franca Malabotta.
Aprono la narrazione preziose testimonianze del periodo giovanile, da «Natura morta col martin pescatore» a «Le cipolle di Socrate», rivelatrice della riflessione dell'artista sull’incontro con Giorgio De Chirico e la pittura metafisica. Seguono i capolavori del periodo francese che raccontano la nascita di un linguaggio altamente personale, come documentano «Il gladiolo fulminato» e «Strada di Parigi».
Il cerchio si chiude con la produzione successiva al rientro in Italia, raccontata attraverso penetranti effigi maschili e opere come «La rosa nella bottiglia» e «Natura morta con calamaio», nelle quali la poesia delle immagini si spoglia fino all’essenziale.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giovanni Boldini, «La dame de Biarritz», 1912. Olio su tela. Collezione privata; [fig. 2] Giovanni Boldini, «Ritratto di Marthe Regnier», 1905. Olio su tela. Collezione privata; [fig. 3] Giovanni Boldini, «La signora in rosa (Ritratto di Olivia de Subercaseaux Concha)», 1916. Olio su tela, cm 163x113 (cm 193x148). Ferrara, collezione dei Musei civici

Informazioni utili
 «Boldini. Lo spettacolo della modernità». Musei San Domenico, piazza Giudo da Molteferltro, 2 - Forlì. Orari: martedì-venerdì, ore 9.30 -19.00; sabato, domenica, giorni festivi, ore 9.30-20.00; lunedì chiuso (tranne il 6 aprile e il 1° giugno); la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 11,00, ridotto € 9,00 (per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 e maggiori di 65 anni, titolari di apposite convenzioni, studenti universitari con tesserino, residenti nella provincia di Forlì-Cesena, possessori del biglietto di ingresso alla mostra "L'arte per l'arte. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo De Pisis); speciale € 5,00 (per scolaresche delle scuole primarie e secondarie, bambini dai 6 agli 11 anni); biglietto speciale aperto € 12,00 (visiti la mostra quando vuoi, senza date e senza fasce orarie; puoi regalarlo a chi desideri); gratuito per bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, diversamente abili con accompagnatore, due accompagnatori per scolaresca, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino. Informazioni: tel. 199.151134 o mostraboldini@civita.it. Sito internet: www.mostraboldini.com. Fino al 14 giugno 2015. 

 «L’arte per l'arte. Il Castello estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis». Castello Estense, piazza Castello - Ferrara. Orari: da gennaio a maggio e da settembre a dicembre, ore 9.30-17.30 (ad esclusione dei lunedì non festivi di gennaio, ottobre, novembre e dicembre); da giugno ad agosto, ore 9.30-13.30 e ore 15.00-19.00 (ad esclusione dei lunedì non festivi di luglio e agosto); chiuso 25 dicembre. Ingresso: intero € 8,00, ridotto € 6,00, gruppi scolastici € 3,00, minori di 12 anni € 1,00. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: tel. 0532 299233 o castello.estense@provincia.fe.it. Sito web: www.castelloestense.it. Dal 31 gennaio 2015.

domenica 15 febbraio 2015

Il Dada di Mondino incontra le esperienze di vita di Rä di Martino. Nuovi appuntamenti per «Surprise» e «Vitrine» alla Gam di Torino

È Aldo Mondino (Torino, 1938‐2005) il primo protagonista della terza edizione di «Surprise», progetto espositivo della Galleria d’arte moderna di Torino che concentra l’attenzione su aspetti specifici del contesto artistico nel capoluogo piemontese tra gli anni Sessanta e Settanta.
La rassegna, curata da Maria Teresa Roberto e Gregorio Mazzonis, focalizza nello specifico la propria attenzione sulle opere «Sole» e «Immersore», entrambe realizzate nel 1967, quando l’artista, con alle spalle studi all’Ecole du Louvre di Parigi e ai corsi di incisione di William Heyter, iniziava ad interessarsi alle tematiche del gioco e dello humor, complice anche l’arrivo della Pop art in Italia.
I due lavori esposti alla Galleria d’arte moderna di Torino rappresentano, in realtà, un’esperienza anomala nella storia artistica di Aldo Mondino, il cui esordio avvenne nel 1963 alla galleria «Il punto», allora diretta da Gian Enzo Sperone, con la presentazione delle «Tavole anatomiche», metafora della società contemporanea descritta attraverso gli organi del corpo umano.
Ad accomunare le due opere sono i materiali utilizzati, ovvero legno e lampadine ad incandescenza. «Sole» traduce, per esempio, con i prodotti delle insegne luminose un tema caro alla pittura di paesaggio come l’alba, sul quale, negli anni tra il 1963 e il 1964, si era concentrata anche la ricerca del pop artista Roy Lichtenstein. «Immersore» guarda, invece, più alle istanze New dada di quel periodo, come ha notato Riccardo Passoni.
Un altro elemento che accomuna i lavori esposti è una misura fissa che guida la loro installazione alla parete: 160 centimetri da terra, come è stato segnalato dallo stesso autore su un’etichetta della galleria Stein di Milano.
Questa linea immaginaria, che attraversa in orizzontale l’opera «Immersore», definisce -raccontano dalla Gam- «il punto al di sotto del quale le lampadine devono rimanere spente e corrisponde sia alla misura teorizzata da Masaccio come altezza fissa dell’occhio umano sia al segno lasciato dalle acque dell’Arno su alcuni capolavori dell’arte fiorentina» durante l’alluvione del 4 novembre 1966. Un fatto, quest’ultimo, che impressionò a tal punto Aldo Mondino da spingerlo a realizzare una serie di opere, come l’intervento alla mostra «Con temp l’azione» del 1967, durante la quale l’artista unì le sedi espositive -le gallerie Stein, Sperone e Il Punto- tirando un filo rosso attraverso la città posto a 160 centimetri di altezza da terra.
In contemporanea, la Galleria d’arte moderna di Torino ospita il primo appuntamento della quarta edizione di «Vitrine», il progetto dedicato alla ricerca artistica contemporanea, che prevede anche rassegne di Francesco Gennari, Francesco Barocco, Anna Franceschini e Luca Trevisani.
Per l’occasione, Rä di Martino (Roma, 1975) presenta l’opera «The Picture of Ourselves», video in bianco e nero che inquadra i primi piani alternati di una bambina e di un giovane uomo dagli occhi chiari, due ritratti in cui affiorano suggestioni della tradizione artistica, dalla pittura più antica fino alla fotografia più contemporanea, due sguardi che sono la testimonianza della vita che scorre, si radica, si evolve in un infinito intrecciarsi di possibilità.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Rä di Martino, The Picture of Ourselves, 2013, HD video. © Rä di Martino / Copperfield Gallery, Londra; [fig. 2]  Aldo Mondino, «Immersore», 1967. Legno e trentasei lampadine colorate, 13.5 x 118.5 x 29.6 cm. Torino, Fondazione De Fornaris; [fig. 3] Aldo Mondino,«Sole», 1967. Lampadine colorate su legno (scultura composta da 5 elementi). 160 × 320 cm.

Informazioni utili 
«Surprise» - Aldo Mondino e «Vitrine» - Rä di Martino. Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino, via Magenta, 31 - Torino. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito per i ragazzi fino ai 18 anni. Informazioni: centralino tel. 011.4429518; segreteria tel. 011.4429595, gam@fondazionetorinomusei. Sito internet: www.gamtorino.it. Fino al 6 aprile 2015. 

venerdì 13 febbraio 2015

«Modenantiquaria», una settimana all’insegna dell’antico

Compie ventinove anni «Modenantiquaria», la più longeva, qualificata e visitata mostra-mercato di arte antica in Italia, che per questa edizione avrà come suo testimonial Philippe Daverio. Da sabato 14 a domenica 22 febbraio, i quindicimila metri quadrati della Fiera cittadina apriranno, infatti, le porte ad oltre centocinquanta prestigiosi operatori del settore, tra i quali si segnalano la galleria Tornabuoni di Firenze, la Fondantico di Bologna, la Hampel Fine Art Auction di Monaco di Baviera e la 900 Art Gallery di Londra.
Qualità sarà ancora una volta la parola chiave della manifestazione modenese, realizzata con il patrocinio dell’Associazione antiquari d’Italia e della Fima-Federazione italiana mercanti d’arte.
Lo documentano bene alcune opere di estremo valore in mostra come la «Natura morta con violino, libro e frutta», dipinto attribuito da Francesca Baldassari all’emiliano Cristoforo Munari (Reggio Emilia, 21 luglio 1667 – Pisa, 3 giugno, 1720), databile tra il 1703 e il 1713, quando l’artista era all’apice della sua fama alla corte dei Medici.
L'opera, presentata al Salone modenese da Moretti Fine Arts (galleria con sedi a Firenze, Londra e New York), rappresenta anche una sorta di ritorno a casa dal momento che il pittore Cristoforo Munari -particolarmente rinomato tra Seicento e Settecento per la sua produzione di nature morte e di trompe l’oeil- iniziò la sua carriera proprio con il patrocinio di Rinaldo d’Este, duca di Modena.
Non meno interessante è il «Genio Rezzonico» di Antonio Canova (Possagno, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822), un busto gigante in gesso (165 centimetri di altezza), calco dell’opera situata sul lato destro del monumento a Clemente XIII Rezzonico in San Pietro, a Roma, inviato nell’estate del 1794 dallo scultore veneto a Girolamo Zulian per la sua dimora padovana e acquistato alla sua morte da Daniele degli Oddi, in mostra nello stand di Carlo Orsi.
La Cantore galleria antiquaria di Modena propone, invece, uno scenografico e imponente dipinto attribuito da Giovanni Papi al Guercino (Cento, 2 febbraio 1591 – Bologna, 22 dicembre 1666) e alla sua scuola, nel quale è raffigurato Francesco I d’Este (cm 224 x 120) e in cui si vede sullo sfondo la Ghirlandina, raramente rappresentata così chiaramente in opere antiche. L'opera, conservata in una collezione nobiliare spagnola, è con ogni probabilità un dono del duca modenese al re Filippo IV di Spagna, in occasione di un suo viaggio a corte nel 1638.
Tra i tanti gioielli in mostra meritano, poi, una segnalazione anche la raffinata coppia di figure femminili in legno intagliato e dorato (h. 180 cm) della seconda metà del Seicento, raffiguranti l’allegoria delle stagioni «Primavera» ed «Estate», riconducibili alla bottega genovese di Filippo Parodi, e un pregevole esemplare dell’ebanisteria romana della metà del Settecento come la «Grande scrivania lastronata» (238 x 120 cm di lunghezza) di Nicola Bargilli con al centro, in madreperla, le ghiande dei della Rovere.
Tante le proposte di qualità per i dipinti dell’Ottocento ai quali è dedicato un focus specifico grazie alla concomitante Excelsior - XIV Rassegna d’arte italiana dell’Ottocento. Tra le molte opere che si potranno ammirare a Modena, meritano una segnalazione un raffinato «Nudo di donna con calze nere», firmato da Giovanni Boldini e datato 1885, una suggestiva «Veduta di Capo Noli» (1905) di Angelo Morbelli e l'opera «Giornata di vento a Chioggia» di Leonardo Bazzaro, presentata nel 1900 alla Triennale di Milano.
Un’attenzione particolare nell’ambito della mostra-mercato sarà riservata anche al design per esterni con la ventiduesima edizione di «Petra», salone di decorazione per parchi e giardini, che analizzerà il tema della biodiversità.
«Modenantiquaria» proporrà, inoltre, una collaborazione di grande interesse con la Galleria estense di Modena, chiusa dal maggio 2012 per i danni subiti dal sisma e la cui riapertura è prevista per il prossimo 29 maggio, presentando la mostra «La vertigine del collezionismo. Tesori nascosti dalla Galleria estense». Una selezione affascinante di bronzi, mirabilia, ceramiche, cammei, acquamanili, avori, terrecotte oltre a disegni e dipinti, di diverse epoche e provenienze, per un totale di trenta opere, ricreeranno una sorta di wunderkammer rappresentativa delle diverse anime delle collezioni dei duchi d’Este.
Nell’ambito della rassegna, nella quale si potrà ammirare lo scrittoio da viaggio di Ferrante Gonzaga, attribuito a Leone Leoni, saranno esposti anche quattro piccoli e preziosi bronzi con le «Allegorie delle quattro stagioni», realizzati da Francesco Bertos (1678–1741), il cui restauro è stato finanziato dall’associazione antiquari d’Italia, che li ha anche dotati di quattro basi.
In occasione del salone ci sarà, poi, l'anteprima della mostra dedicata dal Mef alle affinità che hanno portato al successo due uomini come Enzo Ferrari e Luciano Pavarotti.
Da non perdere è, infine, «Salottino Daverio», una chiacchierata per riflettere sull'andamento del mercato dell'arte antica in Italia e all'estero, sul senso del collezionare oggi, sul ruolo e sul «naso» dei mercanti d'arte, in compagnia di Philippe Daverio appunto, Paolo Manazza, direttore di «Arslife e firma del «Corriere Economia», e Marina Mojana, storica dell'arte, da sempre attenta al settore anche per il «Domenicale» del «Sole24Ore».
Un programma, dunque, ricco quello di questa edizione di «Modenantiquaria», per la cui immagine guida è stato scelto il ritratto che il Bernini fece a Francesco I d’Este, personalità artefice con la sua passione, proprio a Modena, di una delle raccolte d’arte più ammirate del XVII secolo.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giovanni Giacomo Sementi (Bologna, 1583 - Roma, 1636), «Sacra famiglia con un angelo». Olio su tela, cm 76,3x96,5. Maurizio Nobile – Bologna, Parigi;  [Fig. 2] Nicola Bargilli (Fiorentino, attivo a Roma 1750 circa), Grande scrivania lastronata con al centro, in madreperla, le ghiande dei della rovere, cintura tripartita e bocchette bronzee per i cassetti. Bois de rose e bois de violette, noce, cornici di testa in radica di noce, acero e madreperla, cm 238x120x84. Altomani & Sons – Milano; [fig. 3] Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822), «Genio Rezzonico». Gesso, altezza 165 cm ca. (284 cm ca. con la base), firmato in basso a destra: Ant. Canova. Carlo Orsi - Milano; [fig. 4] Cristoforo Munari (Reggio Emilia, 1667 - Pisa, 1720), «Natura morta con violino, libro e frutta». Olio su tela, 113 x 86 cm. Moretti Fine Arts – Firenze, Londra, New York; [fig. 5] Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), «Nudo di donna con calze nere», c. 1885. Olio su tavola cm 33 x 55. Bottegantica – Bologna, Milano

Informazioni utili
«Modenantiquaria». Quartiere fieristico ModenaFiere, viale Virgilio, 70/90 – Modena. Orari: dal lunedì al venerdì, ore 15.00-20.00; sabato e domenica, ore 10.30-20.00. Ingresso: intero € 15,00. Sito internet: www.modenantiquaria.it. Vernice: 13 febbraio, ore 19.00. Da sabat0 14 a domenica 22 febbraio 2015.

mercoledì 11 febbraio 2015

Alla ricerca del nuovo Hans Christian Andersen. Ritorna a Sestri Levante il premio «Baia delle favole»

Sarà Ascanio Celestini, attore, regista cinematografico e teatrale entrato nel cuore e nell’affetto del grande pubblico per le sue qualità di narratore, il testimonial della quarantottesima edizione del «Premio H. C. Andersen Baia delle favole», lo storico concorso letterario internazionale per fiabe inedite, la cui premiazione è programmata per sabato 6 giugno a Sestri Levante.
Il bando della competizione, che rimarrà aperta fino al 31 marzo, è suddiviso in quattro categorie: «Scuola materna» (da 3 a 5 anni), «Bambini» (da 6 a 10 anni), «Ragazzi» (da 11 a 16 anni) e «Adulti» (oltre i 17 anni). Anche quest’anno si potrà partecipare con una fiaba, inedita e mai veicolata nel web, in lingua: inglese, francese, tedesco, spagnolo, arabo, cinese e russo gli idiomi ammessi.
La giuria del premio, presieduta da David Bixio, sarà composta da Rosellina Archinto, Elisa Bixio (consigliere delegato alla Cultura del Comune di Sestri Levante), Donatella Curletto (coordinatrice del Sistema bibliotecario provinciale), Caterina Lerici, Maarten Veeger (membro dell’Associazione stampa estera in Italia), Carlo Alberto Bonadies (di Einaudi), i giornalisti Antonio Bozzo, Silvana Zanovello e Silvia Neonato, Andrea Satta (pediatra e voce del gruppo musicale «Têtes de Bois») e Pierantonio Zannoni. Dal 2011 vota per il premio ligure anche Anthony Majanlahti, scrittore e storico, ultimo discendente diretto di Hans Christian Andersen.
Tutti i vincitori riceveranno la «Sirefiaba Andersen», un’opera dell’artista Alfredo Gioventù che raffigura la Sirenetta; i palio per ogni categoria ci sono, poi, dei premi in denaro che variano dai 1.000 ai 3.000 euro. Per la miglior fiaba in lingua straniera si prevede, invece, il dono di un fine settimana per due persone a Sestri Levante. La giuria consegnerà, inoltre, un diploma ad alcune fiabe non premiate nelle categorie ufficiali, ma particolarmente meritevoli per contenuti e originalità.
Ritorna, poi, per il secondo anno «Scatti da favola», concorso realizzato con l’associazione «Carpe Diem» e il quotidiano «Il Secolo XIX», che dal 1° marzo al 15 aprile raccoglierà immagini fotografiche realizzate ispirandosi a fiabe famose come «La principessa sul pisello», «La sirenetta», «Il brutto anatroccolo», «Le scarpette rosse», «La piccola fiammiferaia» e «I vestiti nuovi dell’imperatore».
La cerimonia di premiazione, dedicata alla memoria della scrittrice Sandra Verda, si terrà sabato 6 giugno all’interno della diciottesima edizione dell'Andersen Festival, la grande e ormai nota kermesse internazionale di spettacolo all'aperto, curata da Artificio 23, con la direzione artistica di Leonardo Pischedda, che nelle ultime edizioni ha avuto l'Alto patrocinio della Presidenza della Repubblica ed è stata inoltre insignita della «Targa d'argento».
Per quattro giorni, da giovedì 4 a domenica 7 giugno, Sestri Levante sarà così nuovamente "invasa" da artisti e compagnie di tutto il mondo, che proporranno spettacoli, performance, incontri, concerti per adulti e bambini, nella splendida cornice della Baia del silenzio –con il suo famoso palco sull’acqua- e in altri siti della città.
La ricerca della felicità, diritto umano essenziale come affermavano già Confucio e Socrate e come stabilisce la Costituzione americana del 1797, è tema guida di alcuni degli eventi speciali proposti in questa edizione 2015. Non mancherà, infine, il consueto focus sulle altre «Realtà del mondo», che quest’anno concentrerà la propria attenzione sulla città di Sarajevo, a cento anni dal 1914, ovvero dalla scoppio della Prima guerra mondiale, e a venti di distanza dalla fine dell’assedio più lungo della storia moderna, la guerra civile jugoslava, alla quale pose fine l’accordo di Dayton sotto l’egida americana. Un esercizio di memoria, questo, utile per rendere ancora più chiaro a tutti noi il valore della pace in una singolare coincidenza con la visita di papa Francesco a Sarajevo, che avverrà negli stessi giorni del festival ligure.

Informazioni utili 
 Premio Andersen - Baia delle favole. Quota di iscrizione: € 20,00 per la sola sezione «Adulti» da versarsi su c/c postale n. 12489167, intestato a Comune di Sestri Levante – Servizio Tesoreria. Data di consegna materiali: settore letterario, fino al 31 marzo 2015; settore fotografico, dal 1° marzo al 15 aprile 2015. Indirizzo per la consegna dei materiali (valido solo per la sezione letteraria: Giuria del Premio Hans Christian Andersen – Baia delle Favole – Sezione (indicare qui la categoria per la quale si concorre), piazza Matteotti, 3 – 16039 Sestri Levante. Sito web: www.andersenpremio.it.m Sito internet per la consegna dei materiali: http://www.andersenpremio.it/it/content/partecipa-al-concorso. Informazioni: Segreteria del concorso, informagiovani@comune.sestri-levante.ge.it e andersen@comune.sestri-levante.ge.it; tel. 0185.458490 (lunedì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; mercoledì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; venerdì, ore 9.00/13.00).

martedì 10 febbraio 2015

«Precious», quando il gioiello è firmato da Picasso o Dalì

Da Salvador Dalí a Marc Quinn, passando per Louise Bourgeois, Damien Hirst, Lucio Fontana, Anish Kapoor e molti altri: è un viaggio attraverso un centinaio di grandi nomi dell’arte moderna e contemporanea, documentati nel loro volto inedito di creatori di gioielli, quello proposto dalla mostra «Precious - da Picasso a Jeff Koons», allestita negli spazi di Palazzo Nani Mocenigo a Venezia, sede del nuovo Vitraria Glass +A Museum.
Dopo aver fatto tappa al musée La piscine di Roubaix, al Mad di New York, al Benaki museum di Atene, all’Istituto Ivam di Valencia, al Bass museum di Miami e all'Hangaram Design museum di Seoul, l'incredibile raccolta di Diane Venet, collezionista parigina di origine e newyorkese di adozione, moglie dell'artista Bernar Venet, arriva, dunque, per la prima volta in Italia.
Centosessantuno gioielli, tra i quali molti inediti, occuperanno fino al prossimo 12 aprile il primo piano del Vitraria Glass +A Museum, situato nel cosiddetto «museum mile» tra l’Accademia e le Zattere, e nato lo scorso settembre con l’intento di indagare il materiale vetro attraverso le contaminazioni con l’arte, il design, l’architettura e le nuove tecnologie, proponendosi anche come piattaforma di incontro e scambio per artisti e industria creativa.
La mostra «Precious», per la curatela di Diane Venet ed Ewald Stastny, rientra, però, nella vocazione «+A» del museo, che già con questo appuntamento esprime la propria volontà di indagare anche l’«altro», investigando, in questo caso, un’arte applicata come l’oreficeria.
I gioielli esposti sono opere firmate dai più grandi artisti contemporanei, spesso pezzi unici, talvolta edizioni limitatissime che rimangono nei tratti distintivi inequivocabili e riconducibili alla cifra stilistica di ciascun autore.
Ogni gioiello, concepito come opera d’arte da indossare, racchiude in sé una storia ed è stato realizzato dall’artista con una particolare persona in mente: è forse proprio questo aspetto «intimo» a renderlo ancora più affascinante.
Il doppio significato di questa mostra inizia proprio dal suo titolo: «Precious» non solo perché si fa riferimento a oggetti d’arte rarissimi e preziosi, ma anche ad opere che custodiscono un contenuto simbolico e personale forte, spesso all’origine della creazione. Basti pensare ai ciottoli raccolti sulla spiaggia da Pablo Picasso e poi dipinti per Dora Maar, o ai pezzi di osso sui cui incise il ritratto di Marie-Thérèse.
È la stessa Diane Venet a raccontare che la sua collezione nacque il giorno in cui suo marito, l’artista francese Bernar Venet, le strinse attorno all’anulare sinistro un sottile bastoncino d’argento come anello di nozze, a cui sono seguiti spille e bracciali, ognuno corrispondente ad un nuovo concetto nella sua attività artistica.

La raccolta è, poi, cresciuta nel tempo, chiamando a raccolta amici e artisti quali César, che ha compresso braccialetti e ciondoli della famiglia Venet per dargli nuova vita, o Chamberlain, che ha donato a Diane il suo primissimo gioiello, una spilla in alluminio accartocciato e verniciato.
A volte gli artisti hanno rifiutato la richiesta di Diane Venet, per cimentarsi nella sfida solo in un secondo momento, come nel caso di Frank Stella, tentato dallo sperimentare il proprio linguaggio su una scala diversa e con vincoli differenti.
Molti gioielli sono arrivati dopo indagini, incontri, viaggi intrapresi per rintracciare pezzi rari. Tutti sono il risultato di un intreccio tra storie di vita e storia dell’arte.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Avish Kehbrehzadeh, «Mashkarah with Dragonfly», 2014.Foto courtesy: Elisabetta Cipriani; [fig. 2] Jean Cocteau, «Madame», 1960.Foto courtesy: Gregory Favre; [fig. 3] Salvador Dalì, «Cuilliere», 1957. Foto courtesy: Philipe Servent

Informazioni utili 
«Precious - da Picasso a Jeff Koons». Vitraria Glass +A Museum - Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro 960 - Venezia. Orari: lunedì-domenica, ore 10.00-17.00. Ingresso: € 10,00; gruppi (min. 3 persone) e studenti fino ai 25 anni € 7,00, gratis per i bambini fino ai 16 anni. Informazioni: tel. 041.0988122. Sito internet: www.vitraria.com. Fino al 12 aprile 2015.