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lunedì 20 luglio 2015

Dante compie 750 anni. Gli Uffizi lo festeggiano con il ritratto del Bronzino

È l’italiano più noto nel mondo, insieme a Leonardo da Vinci. Stiamo parlando di Dante Alighieri, del quale ricorrono quest’anno i settecentocinquanta anni dalla nascita. Per l’occasione, tutta Italia si china al genio dello scrittore toscano organizzando una serie di eventi tra mostre, letture, convegni, conferenze, concerti, spettacoli di teatro e di danza, videoinstallazioni.
Tra le istituzioni che celebrano il sommo poeta ci sono anche gli Uffizi di Firenze che hanno allestito, nella sala 65, l’esposizione di una delle tante opere raffiguranti l'artista: il «Ritratto allegorico di Dante Alighieri», dipinto nel 1532-1533 dal Bronzino.
L’olio si tela (130 x 136 centimetri), fino a poco tempo fa conservato nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, giunge in Galleria in seguito ad un comodato.
L’opera, secondo quanto afferma Giorgio Vasari, fu commissionata al pittore da Bartolomeo Bettini insieme ai ritratti di altri due padri della letteratura italiana, Petrarca e Boccaccio, per essere collocato nelle lunette di una stanza della sua abitazione, secondo una tradizione tipicamente rinascimentale legata al culto degli uomini illustri.
Di questi tre lavori l’unico ad oggi conosciuto è quello dedicato a Dante: esistono, infatti, un disegno preparatorio a Monaco, una replica di bottega su tavola conservata nella collezione Kress della National Gallery of Art di Washington, la presente redazione su tela in collezione privata fiorentina, svariate copie grafiche e la xilografia del solo busto, sul frontespizio della «Divina Commedia», pubblicata nel 1564 per la curatela di Francesco Sansovino.
Nel 1956 la tavola statunitense, radicalmente restaurata, fu acquistata come opera della bottega di Vasari; nel 1964 Luciano Berti ne ascrisse la paternità al Bronzino, mentre nel 1991 Alessandro Cecchi preferì considerarla una replica autografa. L’attribuzione fu, poi, ridimensionata da Jonathan Nelson, che la ritenne un prodotto di buona fattura della bottega del pittore, dipinto forse su commissione di un membro dell’Accademia fiorentina probabilmente dopo il 1541, quando la disputa sul primato del volgare toscano e l’interesse per Dante infervorarono non solo gli studi letterari, ma anche il dibattito politico.
Su questo fronte, Bettini era fortemente impegnato nel difendere la Repubblica contro la tirannia del duca Alessandro de’ Medici e il canto XXV del «Paradiso», leggibile sul libro sorretto da Dante desideroso di rientrare dall’esilio, si adatta particolarmente alle vicende politiche della sua famiglia.
Il lavoro, di collezione privata e pubblicato nel 2002 come opera del Bronzino da Philippe Costamagna, è attualmente ritenuti dalla critica autografa dell’artista, anche se il supporto in tela era particolarmente infrequente nella Firenze dei primi del Cinquecento. Questo dato non è, però, pregiudizievole per la sua autenticità, dal momento che ne esistono altri illustri esempi come la nota «Cena in Emmaus» del Pontormo per la Certosa del Galluzzo o il «Nano Morgante» dello stesso Bronzino, entrambi agli Uffizi.
Il ritratto, quantunque la tela sia supporto delicato, si dimostra di eccellente fattura, visibile soprattutto negli incarnati, che sono di una consistenza affine a quella di dipinti coevi come il «Ritratto del suonatore di liuto» e il «Pigmalione e Galatea», tutte e due conservati nel museo fiorentino.
Rispetto alla lunetta quasi gemella della National Gallery di Washington (cui alla mostra del Bronzino del 2010-2011 a Palazzo Strozzi la tela fiorentina fu affiancata) l’andamento dei panni, simili a quello della «Venere e Amore» del Pontormo, appare molto meno schematico; la pittura presenta un segno più sicuro e l’espressione del volto del poeta appare più ispirata. Il quadro dimostra anche una particolare sensibilità per la luce, che può esser derivata dalla conoscenza della pittura di Dosso, con cui il Bronzino entrò in contatto all’Imperiale di Pesaro nel 1531.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Bronzino, «Ritratto allegorico di Dante Alighieri», 1532-33. Collezione privata [figg. 2 e 3] «Ritratto allegorico di Dante Alighieri» del Bronzino in esposizione alla Galleria degli Uffizi di Firenze. 

Informazioni utili 
«Ritratto allegorico di Dante Alighieri» del Bronzino agli Uffizi. Galleria degli Uffizi, Piazzale degli Uffizi, 6 – Firenze. Orari: martedì-domenica, ore 8.15-18.50; chiuso il lunedì; la biglietteria chiude alle ore 18.05; le operazioni di chiusura iniziano alle ore 18.35.Ingresso: intero € 12,50; biglietto ridotto € 6,25; gratuito per gli aventi diritto. Informazioni utili: tel. 055.2388651. Sito internet: http://www.polomuseale.firenze.it.

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